Luogo della Targa: "Casa natale dell'autore"

Jacopo Facciolati

Colli Euganei, i monti di Padova. Distano da Padova circa sette miglia. Si narra che la città degli Euganei fosse situata alle loro pendici, e che lì fosse stato fondato dai Greci il tempio di Gerione. Di questi il più alto è detto Venda, sul quale si trova un cenobio di monaci Olivetani non disprezzabile. I più illustri però sono Teolo e Arquà, perché vi ebbero casa e terreni nel primo Tito Livio, nell’altro Francesco Petrarca per i loro ozi in campagna. Tra i due si trova Torreglia, splendida per posizione e rigoglio. Lì c’è un bellissimo ostello [?] dei frati di Santa Maria di Monte Ortone, noto come Mirabello; un piccolo cenobio dei monaci di San Benedetto, detto Castelletto, e l’eremo principale degli eremiti Camaldolesi, chiamato Rua.

da Euganei Colles, 1746
Jacopo Facciolati
Jacopo Facciolati
Jacopo Facciolati, nato nel 1682 a Torreglia, iniziò la sua educazione nel collegio del Tresto, grazie al patrocinio del cardinale Gregorio Barbarigo. Dopo essere stato ordinato sacerdote, nel 1704 ottenne la laurea in teologia presso il seminario, dove successivamente insegnò umanità e fu prefetto degli studi. Nel 1723 iniziò a insegnare logica all'Università di Padova.

Facciolati pubblicò edizioni migliorate di importanti opere di filologia, come il Thesaurus Ciceronianus di Nizolio, e nel 1718 ampliò ed emendò il Lexicon septem linguarum, noto anche come il Calepino di Ambrogio Calepio. Il suo capolavoro, il Totius latinitatis lexicon, un dizionario latino, fu completato tra il 1715 e il 1719 con l'aiuto di Egidio Forcellini.

Assunse il ruolo di successore di Nicolò Comneno Papadopoli nella stesura della storia dell'Università di Padova nel 1739 e nel 1757 pubblicò Fasti Gymnasii patavini, un lavoro celebrativo della storia accademica dell'Università.

Facciolati era noto per il suo stile conciso e per le sue satire contro i critici. Tuttavia, aveva anche amici ai quali inviava i prodotti del suo orto, di cui amava prendersi cura.

La sua conoscenza delle opere classiche lo rese rispettato in tutta Europa, soprattutto grazie alle sue Orationes. 

Morì a Padova nel 1769.