Luogo della Targa: "Eremo del Monte Rua"

Concetto Marchesi

Un colle di 423 metri, fra gli Euganei; ma dalla vetta l’occhio spazia in una vastità come di sommo valico alpino, fra le due pianure: quella che si perde verso Ferrara, e l’altra che da Venezia giunge ai monti Berici e alla grande cortina delle prealpi; e al mattino se le nebbie non fanno ostacolo, si vede a levante la larga striscia lucente della laguna. Di faccia, la cima del Venda, la più alta degli Euganei, mostra agli eremiti di Rua le nere rovine del convento Olivetano. Chi guarda di giù, nelle giornate piovose, ha un senso di altezza remota; e il fabbricato dell’eremo sulla sua base di castagni e di roveri, dentro una cerchia di antichi pini e di cipressi, resta invisibile fra le nubi e le nebbie. […] L’eremo col bosco, i campi, l’orto e i fabbricati è circondato da un muro, sì che il portone ne è l’unico ingresso; di là nessuno può uscire senza licenza del Priore che ne tiene le chiavi insieme al fratello portinaio: e può uscirne solo per gravi ragioni di obbedienza, di carità o di necessità. Le celle, distanti dieci metri l’una dall’altra, sono anch’esse recinte di un muro che le rende nell’interno inaccessibili allo sguardo altrui: tra loro è la terra del piccolo orto e un vasto lembo di cielo. E perché la solitudine sia perfetta è tenuta lontano ogni familiarità con le persone che restano nel mondo, di là dal muro che circonda questi romiti i quali alla dimenticanza del mondo hanno chiesto la pace dell’anima e aspettano in perpetua segregazione “il premio grande dei cieli”.

Concetto Marchesi
da Il libro di Tersite - 1935
Concetto Marchesi
Concetto Marchesi
Concetto Marchesi, nato a Catania il 1º febbraio 1878 e scomparso a Roma il 12 febbraio 1957, si distinse come politico e studioso della lingua latina.

Assunse la carica di rettore dell'Università di Padova nel tumultuoso anno 1943. Nel settembre del 1945, fu chiamato a far parte della Consulta Nazionale, dove presiedette la commissione per l'istruzione e le belle arti.

Nel giugno del 1946, ottenne un seggio nell'Assemblea Costituente, candidandosi con il PCI, e contribuì attivamente alla stesura della Costituzione italiana. Nel corso della sua lunga carriera accademica, si dedicò anche alla traduzione e alla pubblicazione di numerose opere latine, oltre a scrivere monografie su importanti autori romani come Apuleio, Ovidio, Arnobio e Sallustio (1913); Marziale (1914); Seneca (1921); Giovenale (1922); Fedro (1923); Tacito (1924) e Petronio (1940).

Tra le sue opere si annoverano "Il libro di Tersite" (1920-1951), "Storia della letteratura latina" (1927), "Divagazioni" (1953) e "Il cane di terracotta" (1954). In "Il libro di Tersite", Marchesi raccoglie riflessioni, invenzioni e ricordi con grande chiarezza e attraverso il filtro dei modelli morali e poetici del mondo greco-romano. Qui scrive dei Colli Euganei, descrivendo panorami vicini e lontani, castagni, querce, pini e i cipressi che bordeggiano l’Eremo del Monte Rua, dove alloggiava, ammirando le vallate e le cime attorno a sè.