Sepolcro dell'abate Barbieri

L’abate Giuseppe Barbieri morì il 10 novembre 1852. All’epoca il Veneto era sotto il dominio dell’Austria e il professore era un po’ inviso agli austriaci per il suo amore all’Italia. Pertanto, le
esequie vennero celebrate nella Cattedrale di Padova senza alcuna solennità e, contrariamente alla sua volontà testamentaria, le spoglie vennero collocate nel cimitero di Torreglia, con una semplice benedizione del parroco.
Nel 1869, quindi all’indomani dell’annessione del Veneto all’Italia, avvenuta nel 1866, in un clima di valorizzazione del patrimonio italiano, venne esaudito il desiderio di Barbieri di riposare nella chiesa di San Sabino, dove da quell’anno le sue spoglie sono state traslate.
Il Sepolcro dell’abate Giuseppe Barbieri (1774-1852) è stato progettato da Pietro Selvatico (1803-1880) e realizzato dallo scultore Luigi Ceccon (1833-1919). L’epigrafe è stata composta dall’allievo del professore, il conte Andrea Cittadella Vigodarzere (1804-1870) e recita: «Giuseppe Barbieri / bassanese / accrebbe onore all’Italia / nella sacra eloquenza e nella poesia / ornò della propria fama / il cenobio di Praglia e la Università di Padova / molte accademie / meritò di concitare l’invidia / e prevalse. / Nato il 26 dicembre 1774 / vissuto sino al 10 novembre 1852 / volle sepolcro su questo monte / gloriato dai suoi lunghi soggiorni».